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compraIl libro è il frutto di un percorso fatto nella scuola 725 in una baracca alla periferia di Roma, a cui hanno preso parte ragazzi dagli otto ai quindici anni, secondo principi di condivisione e non di apprendimento a memoria di concetti lontani dalla loro vita di ogni giorno.Un percorso di condivisione e non di ammaestramento.
La riedizione del volume nasce dalla necessità di far conoscere il prezioso contenuto del libro, basato sull'esperienza diretta, concetti di grande attualità che meritano di essere rivalutati e condivisi nella scuola e nella formazione delle nuove generazioni.
Al centro del libro l'uso c'è della parola, il metodo educativo, l’esperienza come strumento di apprendimento, l’impegno, la conoscenza del contesto in cui si vive,del mondo, la scrittura collettiva tanto cara anche a Don Milani, l’educazione come percorso collettivo e non individuale e il ruolo dell’insegnante che è una guida alla scoperta del mondo.
La Scuola 725 è una scuola che forma per inserirsi nel flusso della vita e Non tacere significa parlare,denunciare. Un'esperienza educativa collettiva perché nessuno si libera da solo.
In un periodo storico di crisi profonda della nostra società, della scuola e dell’educazione la ripubblicazione di questo libro-manifesto è dedicata a tutti coloro che nel mondo lottano per affermare la loro dignità: è un invito a prendere la parola in prima persona.
Don Roberto Sardelli, l'esempio di Don Milani la “pedagogia popolare, e la “Scuola 725”.
Intellettuale irrequieto, insoddisfatto dell’insegnamento dottrinale ricevuto in seminario e della curia romana, Don Roberto conobbe durante un soggiorno a Lione, dei «preti operai». Durante il soggiorno francese conobbe alcuni ragazzi della scuola di Barbiana ed entrò in contatto con don Lorenzo Milani. Rientrato a Roma nel 1968, accettò l’incarico di viceparroco e, grazie a due chierichetti, venne a sapere di un insediamento di baraccati. Scoprì l’inferno, e la sua inquietudine. La sua missione divenne la ricerca, per quel popolo privato della propria identità, di una via d’uscita dall'esclusione. Scelse la scuola come strumento pratico in grado di condurlo lungo una strada così difficile:c’era bisogno dello studio in una scuola incentrata sul modello di Barbiana.
In una baracca iniziò la «Scuola 725», che prese il nome dal numero civico della baracca, era il 1968
Don Roberto, sull’esempio di don Milani, pensava ad una scuola che rifiutava di essere ridotta a luogo della pietà, per trasformarsi in un luogo di cultura e di lotta. Don Roberto viveva la sua «pedagogia popolare» come un atto d’amore nei confronti degli esclusi.
Dagli scritti di Massimiliamo Fiorucci e Massimo Sestili.
La riedizione del testo è stata realizzata grazie alla volontà e alla preziosa collaborazione del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli studi di Roma Tre con interventi di:
Massimiliano Fiorucci, Direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre, insegna Pedagogia generale, sociale e interculturale.
Nello stesso Dipartimento è anche Coordinatore scientifico del CREIFOS (Centro di Ricerca sull’Educazione Interculturale e sulla Formazione allo Sviluppo) (www.creifos.org) e Direttore del Master in “Educazione interculturale”. E’ componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Pedagogia (SIPED) e VicePresidente della CUNSF (Conferenza Universitaria Nazionale di Scienze della Formazione).
Massimo Sestili, insegnante e saggista, nel 2017 ha curato la realizzazione del docufilm storico Sotto un cielo di piombo. Il movimento di lotta per la casa a Roma (1961-1985) con interviste a Roberto Sardelli e i ragazzi della Scuola 725.
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