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compra"Tu sai che il mio scopo principale è di fare la scuola per le bambine piccole e queste sono 6 o 7..Voglio educarle in tutti i modi per farne delle figliole intelligenti, furbe, sveglie, capaci di difendersi, di guadagnarsi il pane, di mandare avanti la famiglia, ecc..."
(da una lettera di don Lorenzo Milani ad Eugenia Pravettoni del 23.7.1959)
Nuova edizione per il libro che raccoglie le testimonianze delle figure femminili che agirono a diverso titolo nella scuola di Barbiana. Il libro dà voce alle ex allieve di don Lorenzo ma anche alle altre donne che svolsero un ruolo importante a Barbiana.
La nuova edizione realizzata per i 100 anni dalla nascita di don Milani, si arricchisce di un paio di nuove testimonianze, di una riduzione teatrale del libro e del commento del Prof. Dimitris Argiropoulos, docente del Dipartimento di Discipline Umanistiche dell’Università di Parma che utilizza il volume per fare lezione ai suoi studenti
Sandra Passerotti è la moglie di un ex-allievo di don Milani, ha conosciuto il Priore anche attraverso i racconti e la storia personale del marito, purtroppo mancato. E' portando la sua testimonianza in una scuola che una ragazza le chiese se la scuola di Barbiana fosse stata una scuola maschile, se non ci fossero bambine...
Da quella domanda è nato il libro “Le ragazze di Barbiana. La scuola al femminile di don Milani” frutto di un lungo e paziente lavoro di ricerca dell'Autrice che ha intervistato le bambine di allora (oggi nonne) e ha ricercato le diverse testimonianze femminili.
Il libro raccoglie diverse testimonianze di donne che, negli anni ’50 e ’60, hanno avuto don Milani come maestro e i racconti delle donne adulte che a Barbiana contribuivano all’azione educativa. Dai racconti emerge come Don Lorenzo Milani spiegasse alle sue allieve come l’apprendimento di un lavoro avrebbe permesso loro una vera emancipazione e quanta importanza attribuisse alla loro formazione.
Le ragazze di Barbiana ha contribuito a far crollare i tanti stereotipi diffusi sul disinteresse di Don Milani al mondo femminile.
Le fonti sono inedite e documentate.
Sandra Passerotti (Pontassieve 1951): di famiglia contadina, si diploma in ragioneria all’Istituto Galileo Galilei di Firenze. Sposa Fabio Fabbiani, metalmeccanico, ed entra in contatto con i valori di Barbiana dove Fabio è stato alunno; col marito affronta le difficoltà della vita, facendo diversi lavori. Raccoglie le memorie di Fabio in Non bestemmiare il tempo. L’ultimo insegnamento di Don Lorenzo Milani (Viareggio, 2017). Impegnata nel sociale, in continua autoformazione culturale, fa la nonna con allegria.
DON MILANI E LE RAGAZZE DI BARBIANA “Furbe, sveglie, capaci di guadagnarsi il pane…”
(Toscana Oggi 21.11.’19)
“Il priore di Barbiana voleva educare anche le figlie dei contadini perché crescessero nelle parità dei diritti”
(L’Avvenire 21.11.’19)
Don Milani maestro di femminismo “ Le bimbe siano indipendenti” -“Voglio farne delle figliole capaci di difendersi”
(La Nazione 21.11.’19)
Don Milani e le sue allieve
“Aveva grande considerazione delle donne e teneva alla loro emancipazione”
(Il Corriere della Sera-Corriere Fiorentino 21.11.’19)
Svelato un inedito di Don Milani
“…Voglio educarle in tutti i modi per farne delle figliole intelligenti…"
Così don Milani spiegava in una lettera inedita del 1959 il valore che aveva, per lui, l’educazione delle bambine.
(La Repubblica 21.11.’19)
“…far studiare le femmine, soprattutto le figlie di contadini era considerato poco meno che inutile, eppure grazie a lui furono pronte a cogliere questo cambiamento. Due di esse addirittura furono mandate da don Lorenzo Milani fino in Inghilterra a perfezionare l’inglese. Fu un fatto rivoluzionario a Barbiana, come lo sarebbe stato in qualsiasi altra scuola italiana…”
(da “Qui comincia” trasmissione radiofonica di Radio Rai 3 dell'8 Marzo ‘20, condotta da Anna Menichetti)
Le Ragazze di Barbiana - Un aspetto poco noto della pedagogia di don Lorenzo Milani
“Oggi sono donne alla soglia della vecchiaia quelle che incontra Passerotti e tutte affermano di essersi
sentite apprezzate,
valorizzate, spinte a studiare (…) uniche.”
(L’Osservatore Romano 30 aprile ‘20)
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