L’impressione è che la chiesa oggi attraversa un periodo critico che si può rassomigliare a quello dell’arianesimo nel quarto secolo. C’è nella chiesa una corrente larghissima, affermatissima la quale non ha più i pilastri della fede cristiana per cui lo sforzo che bisogna fare è questo: anzitutto guardiamoci in faccia e vediamo a che cosa crede ciascuno di noi. È un problema che rimane un po’ sotteraneo soprattutto per la paura di mettere le carte in tavola per evitare la chiarezza e rimanere in una zona d’ombra. Quindi c’è un gran parlare di ricerca, di dubbio, di conquista, di progresso, di aggiornamento per cui sembrerebbe poco intelligente uno che ha delle certezze. In certi ambienti si ha paura di parlare di certezza come se la certezza fosse una specie di paravento, di comodità. Invece nel cristiano la certezza non è una assenza di pensiero ma è proprio il condensato di tutti i pensieri e il culmine della sua vita spirituale
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